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Tuchačevskij, Michajl Nikolaevič.

Maresciallo sovietico. Di nobile famiglia, partecipò alla prima guerra mondiale come ufficiale dell'esercito zarista. Dopo un periodo trascorso come prigioniero dei Tedeschi (1915-17), T. aderì alla Rivoluzione bolscevica, ottenendo da Trotzkij il comando della IV Armata (1918). Durante la guerra civile combatté le Armate Bianche di A.V. Kolčak e A.I. Denikin, prendendo parte in seguito (1920) alla guerra tra Russia e Polonia come comandante delle truppe del fronte Ovest. Repressa la rivolta dei marinai di Kronštadt (1921), ricoprì la carica di direttore dell'Accademia militare di Mosca (1922-24) fino alla sua nomina a capo di Stato Maggiore dell'esercito (1925-28) e, in seguito, a vicecommissario del popolo alla difesa (1931). Grande sostenitore della creazione di un esercito regolare che sostituisse i gruppi di milizie, cercò di migliorare secondo criteri moderni l'Armata Rossa. La sua attività venne riconosciuta con la nomina a maresciallo avvenuta nel 1935. Accusato di collusione con il Governo tedesco e tacciato di trotzkismo, T. divenne una delle vittime illustri dell'epurazione staliniana all'interno delle forze armate. Fucilato con l'accusa di spionaggio e alto tradimento, nel 1961 ottenne la riabilitazione da parte di Krusciov; nel 1962 venne pubblicato a Mosca il suo scritto I nuovi problemi della guerra (governatorato di Smolensk 1893 - Mosca 1937).