Maresciallo sovietico. Di
nobile famiglia, partecipò alla prima guerra mondiale come ufficiale
dell'esercito zarista. Dopo un periodo trascorso come prigioniero dei Tedeschi
(1915-17),
T. aderì alla Rivoluzione bolscevica, ottenendo da
Trotzkij il comando della IV Armata (1918). Durante la guerra civile
combatté le Armate Bianche di A.V. Kolčak e A.I. Denikin, prendendo
parte in seguito (1920) alla guerra tra Russia e Polonia come comandante delle
truppe del fronte Ovest. Repressa la rivolta dei marinai di Kronštadt
(1921), ricoprì la carica di direttore dell'Accademia militare di Mosca
(1922-24) fino alla sua nomina a capo di Stato Maggiore dell'esercito (1925-28)
e, in seguito, a vicecommissario del popolo alla difesa (1931). Grande
sostenitore della creazione di un esercito regolare che sostituisse i gruppi di
milizie, cercò di migliorare secondo criteri moderni l'Armata Rossa. La
sua attività venne riconosciuta con la nomina a maresciallo avvenuta nel
1935. Accusato di collusione con il Governo tedesco e tacciato di trotzkismo,
T. divenne una delle vittime illustri dell'epurazione staliniana
all'interno delle forze armate. Fucilato con l'accusa di spionaggio e alto
tradimento, nel 1961 ottenne la riabilitazione da parte di Krusciov; nel 1962
venne pubblicato a Mosca il suo scritto
I nuovi problemi della guerra
(governatorato di Smolensk 1893 - Mosca 1937).